Esperto di Calcio

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29 settembre 2014

Calci di rigore: il falso mito su Gigi Buffon

I numeri non mentono, mai. Dopo il Mondiale 2006, vinto ai rigori contro la Francia, una leggenda metropolitana si è diffusa nel Bel Paese: Gigi Buffon non para mai i rigori.
Una falsità assoluta, che ha però tratto in inganno quasi tutti gli appassionati, pronti a celebrare il funerale del numero uno quando si trova dinnanzi un tiratore dagli undici metri.
Spesso e volentieri le leggende metropolitane celano falsità e inesattezze, che mi sento in dovere di smascherare con numeri inequivocabili.
La classifica dei migliori specialisti dagli undici metri è questa:

Samir Handanovic ha parato 27 di 82 rigori
Jens Lehmann ha parato 24 di 101 rigori
Gianluigi Buffon ha parato 21 di 108 rigori
Oliver Kahn ha parato 17 di 139 rigori
Júlio César ha parato 15 di 55 rigori
Iker Casillas ha parato 15 di 105 rigori
Petr Cech ha parato 15 di 88 rigori
Andrés Palop ha parato 12 di 52 rigori
Victor Valdés ha parato 11 di 53 rigori
Manuel Neuer ha parato 11 di 59 rigori
Edwin van der Sar ha parato 8 di 94 rigori

A ben vedere non è poi messo così male Buffon, terzo nella classifica di tutti i tempi.
Ora, forse la percentuale non sarà elevatissima, ma è ampiamente in media e soprattutto migliore di alcuni grandi del passato: Kahn, Zoff (nemmeno in classifica), Banks, Sebastiano Rossi..nessuno passato alla storia come vittima sacrificale dagli undici metri.
Se a questi 21 aggiungiamo quelli neutralizzati nella fase a penalty (così a memoria due in finale di Champions contro il Milan), ci si rende immediatamente conto che il numero uno della Juventus e della Nazionale non sia poi così male. Di certo è peggio come tiratore, dove a fronte di un penalty calciato risiede un altrettanto errore. Ma in fondo quello non è il suo mestiere.

8 settembre 2014

Serie A: il mercato e la nostalgia dei primi anni 2000

E' stato un mercato intenso, ricco di chiacchiere e colpi di scena. In questa estate italiana piuttosto atipica, caratterizzata da un tempo quantomeno ballerino, il calciomercato ha rappresentato una certa continuità. Colpi di scena più in uscita che in entrata, come da alcuni anni a questa parte, ed una sensazione di indebolimento che non ci abbandona mai.
Il colpo ad effetto è stato senza ombra di dubbio l'addio di Conte alla Juventus. Dopo tre anni di successi e qualche discussione di troppo sugli investimenti, Antonio ha salutato tutti. Ho già speso diverse parole sull'argomento e non voglio dilungarmi ancora. Sono contento sia andato in Nazionale, perchè in fondo siamo tutti italiani e forti tifosi degli azzurri. La prima a predirlo è stata la mia ragazza, io non ci credevo. Ho sempre pensato che Conte fosse un uomo di campo, uno che deve masticare calcio ventiquattro ore al giorno. Eppure mi sbagliavo, o semplicemente è la sistemazione migliore per un allenatore distrutto dallo stress del day by day.
L'altro grande colpo di mercato, a mio avviso, è stata la cessione di Balotelli al Liverpool. L'Italia non faceva per lui ed il rapporto con il Milan era ormai logoro. La cessione in Inghilterra è un bene per tutti, ma la sensazione è che ormai Mario abbia deciso di gettare al vento il suo talento, un po' come ha fatto Cassano.
Il nostro calcio ha poi perso Cerci, per il quale le italiane non hanno fatto a gara; e Alvarez, parcheggiato a cifre record in Inghilterra. Benatia ha salutato Roma per approdare in Baviera, dove Robben l'ha accolto alla grande, dichiarando: "Onestamente non so chi sia. So soltanto che il nostro club l'ha preso dalla Roma. Ma se il Bayern lo ha acquistato ci sarà un motivo: si è infortunato Javi Martinez quindi avevamo bisogno di un buon sostituto". A quella cifra la Roma ha fatto il colpaccio, davvero.
Il capocannoniere del torneo scorso, Ciro Immobile, si è accasato al Borussia Dortmund. Classe '90, Immobile avrebbe fatto comodo alle grandi della Serie A, ma nessuno aveva i soldi per comprarlo. La Juventus, che non ha mai realmente creduto in lui, ha deciso di fare una bella plusvalenza e parcheggiarlo all'estero, dove non può far male alla Signora.

Se le cessioni ci hanno strappato un mezzo sorriso, sono gli arrivi che ci fanno ripiombare nell'oblio. Da un lato la resistenza della Juventus, capace di tenere Vidal e Pogba; dall'altra colpi di mercato quantomeno discutibili. A Verona sono arrivati Marquez e Saviola, che mi fanno ripensare al primo Barcellona di Rijkaard, tristemente risalente a inizio anni '00.
Il Milan ha deciso di sostituire Balotelli con Torres, preso gratis dal Chelsea. E' emblematico che Mourinho si sia disfatto di un giocatore acquistato poche stagioni fa per una cifra monstre. A me l'ingaggio del Nino affascina, ma il mercato del Milan è bocciato dalla scellerata cessione di Cristante, uno dei più fulgidi talenti del nostro calcio. Cederlo, per appena 6 milioni oltretutto, è stato un errore. Galliani ha provato a dire che è Cristante ad aver chiesto la cessione, ma non ci credo. Gli avessero dato la possibilità di gicoarsi il posto con i vari Muntari e De Jong (non Xabi Alonso e Kroos), secondo me sarebbe rimasto.
La Juventus ha comprato a peso d'oro Morata, il cui talento è indiscutibile ma che è tutto da valutare; così come Evra, arrivato da Manchester e per ora poco impiegato. Coman è stato il fiore all'occhiello del mercato bianconero, capace di un altro grande colpo a costo zero. Aspettando Rabiot.
La Roma ha fatto il bello e il cattivo tempo sul mercato, comprando tanto e in tutti i settori. Un mix di gioventù (Ucan, Iturbe, Manolas..) ed esperienza (Cole e Astori) per dare l'assalto al tricolore, inutile nasconderlo. L'Inter ha continuato nel suo progetto, sbandierando una difesa a quattro che difficilmente Mazzarri schiererà. Vidic è un buon colpo, ma siamo sempre in zona over30, inoltrati.

Non è un paese per vecchi, dicevano i fratelli Coen..forse non sono mai stati in Italia. 

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