Esperto di Calcio

5 aprile 2013

La giornata di squalifica a Cambiasso e la pessima stagione della giustizia sportiva.

30 Marzo 2013, stadio San Siro di Milano. Corrono gli ultimi secondi di recupero di un palpitante Inter-Juventus, fermo sul risultato di 1-2. Mentre Rizzoli sta fischiando il terzo fischio finale, Esteban Cambiasso decide di entrare in maniera scriteriata su Sebastian Giovinco. Rizzoli non esita a mostrare il cartellino rosso al “Cuchu”, il quale dopo un iniziale disappunto si reca a chiedere scusa al numero 12 della Juventus. Un delirante Caressa chiede “almeno cinque giornate di squalifica”, che a parer mio sono troppe. Ma, caro Tosel, una giornata di squalifica è troppo poco. Cerco di analizzare la situazione partendo con le attenuanti: Cambiasso è un giocatore che in carriera ha preso poche espulsioni ed è un picchiatore da “giallo”, non da “rosso”. Cambiasso ha chiesto scusa sia in campo che negli spogliatoi. Cambiasso gioca per l’Inter, se avesse giocato nel Pescara credo che avrebbe avuto le giornate di squalifica invocate da Caressa. Ma anche dopo l’analisi delle attenuanti credo che una giornata sia troppo poca. Per il genere di fallo, condotta violenta allo stato puro, una entrata con piede a martello alto che poteva rovinare la carriera di Giovinco, fortunato nel lasciar scivolare la gamba colpita. E’ stato un gesto gratuito quanto pericoloso. Il fatto che Cambiasso chieda scusa non può essere considerata una attenuante: sarebbe come bocciare in auto, ammettere il torto, e non firmare la constatazione amichevole. Se sbagli, paghi. Un giudice sportivo attento, e un arbitro attento in fase di referto, si sarebbe accorto che negli ultimi minuti Chivu e Cambiasso facevano entrate dure e minacciose su Giovinco, forse per fargli pagare qualche giocata eccessivamente “tecnica”. Spesso sono situazioni che se vengono prevenute, non vanno a finire male.
La prevenzione deve essere fatta sia in campo, sia in sede di giustizia sportiva. Il famigerato comunicato recita che Esteban Cambiasso è stato “espulso per essersi reso responsabile di un fallo grave di giuoco”. Alla luce di questa motivazione, non è ammissibile una sola giornata di squalifica, caro giudice sportivo Tosel: quando si prende una decisione del genere bisognerebbe pensare a chi guarda la partita, tra cui ci sono giocatori di tutte le età e categorie che ora si sentiranno liberi di fare entrate come quella di Cambiasso e prendersi solo una giornata. Certe squalifiche dovrebbero fare giurisprudenza in un senso, non nell’altro. Bisognerebbe pensare ai campi di periferia, dove gli episodi di violenza tra giocatori, arbitri, dirigenti e pubblico sono all’ordine del giorno, e dove il massimo della pena applicata prevede che le società vengono multate, al solo fine di rimpinguare le casse federali, invece che essere sanzionate col pugno di ferro. La squalifica di Cambiasso è l’ennesimo segnale di una giustizia sportiva cieca o forse troppo oculata. Calciopoli e Scommessopoli sono ancora lì a parlare di indagini e sentenze parziali. Credo sia ora di ridare credibilità ad un sistema e ad un regolamento troppe volte ignorato e applicato con parzialità. Per il bene del calcio, dalla Serie A ai Primi Calci. Marco Chessa

0 comments:

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More