Esperto di Calcio

25 aprile 2013

C'era una volta l'invicible armada. Dortmund e Bayern, scacco al calcio spagnolo

C'era una volta l'egemonia spagnola... Sembra giunto al capolinea il dominio iberico sul calcio europeo. E' un dato di fatto che emerge con forza e convinzione dalle due semifinali di Champions League. Le due più grandi e titolate squadre della penisola iberica sono incappate in due "scoppole" epocali.
Si è detto ieri del trionfo del Bayern sul Barcellona, la squadra che da anni domina la manifestazione; parleremo oggi della fantastica prestazione del Borussia Dortmund. I gialloneri di Klopp hanno dato una lezione di calcio allo Special One ed ai Galacticos. Un Real che si presentava in casa del Dortmund forte di una maggiore esperienza a vivere queste partite e, come se non bastasse, da due sconfitte nella fase a gironi. Si pensava che Mourinho avesse studiato le contromisure, proprio alla luce delle due batoste subite in autunno. Niente di più sbagliato.
Klopp ha dato una lezione di calcio al portoghese, giocando una partita di ritmo e velocità. Il Real, diciamocelo chiaramente, non ci ha capito nulla. E' rimasto in partita grazie a Ronaldo, un fuoriclasse, ma senza di lui il passivo sarebbe stato più pesante. Incontenibili i ragazzi di Dortmund, veloci come delle schegge, tecnici, con un dribbling perfetto ed efficaci sotto porta. In tempi non sospetti avevo scritto articoli sul Borussia, su Gotze e su Lewandowski. Ma il Dortmund non è solo loro. Reuss è un fuoriclasse di livello mondiale, Gundogan è un "mostro", e tutti gli altri sarebbero titolari ovunque.
Elogiare il bomber polacco, dopo un poker in semifinale, sarebbe troppo semplice. L'ariete polacco è un fenomeno, ricorda il migliore Ibrahimovic, senza il suo ego smisurato. I fortissimi fantasisti stanno rivoluzionando non solo il ruolo, ma il modo stesso di concepire e fare calcio.
Penso che, a fronte di quanto accaduto, possiamo parlare di una nuova era. Il calcio si sta modificando radicalmente, sta prendendo il sopravvento una nuova filosofia di gioco. Non più possesso palla e grande tecnica; ma un gioco rapido, veloce, ordinato, forte ed efficace. Non si gioca più orizzontalmente, ma in profondità. La velocità, unita ad una tecnica di base eccelsa, permette di giocare a tutto campo. In difesa si concede forse qualcosina (anche se il Bayern dietro è una roccaforte), ma dalla cintola in su non ci sono speranze. Ai mediani è chiesto di saper rubare palla ed impostare; di buttarsi negli spazi e saper lottare con il coltello tra i denti. La fase offensiva è completamente diversa dal concetto di 2-3 punte che ha attanagliato il Bel Paese dall'avvento di Zeman, Capello o Lippi. Il terminale offensivo può essere uno o possono essere molteplici. Chi attacca, ed in genere son quattro giocatori, deve esser mobile e tatticamente disciplinato allo stesso tempo. Tutti i movimenti devono esser svolti all'unisono, gli ultimi 30 metri di campo devono essere coperti in lunghezza e in larghezza. Dortmund e Bayern, che non a caso giocano con atteggiamenti tattici speculari, rappresentano perfettamente questa nuova filosofia di gioco. Il centravanti fa da riferimento, gioca per la squadra, si muove, ma sa essere letale. Alle sue spalle tre giocatori formidabili, dotati di dribbling, corsa, carattere, carisma e tecnica. 
Come raggiungere questi livelli? Difficile dirsi. Cosa serve, sembra banale ma è così, sono il lavoro e la pazienza. I tedeschi l'hanno avuta, ed ora raccolgono i frutti del loro ottimo lavoro. Non hanno mai speso cifre folli, specialmente il Dortmund, eppure ora sono li a giocarsi con pieno merito il trofeo che tutti sognano: la Champions League.



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