Esperto di Calcio

21 gennaio 2013

Serie A, il punto sulla 21esima giornata


Con il senso della misura che contraddistingue alcuni telecommentatori, dopo i due splendidi gol all'Udinese (il primo di una bellezza unica), Paul Pogba, 19 anni, è stato accostato a Rivelino e a Rijkaard. Meno male che Antonio Conte l'ha subito riportato sulla terra affermando: "Nel suo ruolo, puòdiventare uno fra i migliori al mondo, ma deve lavorare ancora molto. Con lui ci vogliono il bastone e la carota".
Il bastone l'ha usato la Juve con un'Udinese piccola piccola e meno male che Guidolin le aveva chiesto una grande impresa per festeggiare le sue 500 panchine in A. In realtà, quando la capolista gioca come sabato sera non ce n'è per nessuno. Ecco perchè, nonostante il solo punto raggranellato nelle prime due gare di campionato del 2013, continuavamo a pensare che due sono i tornei attualmente in corso: al primo partecipano solo i bianconeri, al secondo le altre. La classifica parla chiaro: i punti di vantaggio sulle immediate inseguitrici sono ritornati 5 e, se Pogba fa il fenomeno al punto che passa in secondo piano persino una delle rare assenze di Pirlo, lo scudetto lo può perdere solo chi lo detiene. Lazio e Napoli lo dimostrano. A Palermo, i biancocelesti hanno rischiato di rovinare una partita che potevano vincere, sebbene abbiano inanellato il quindicesimo risultato utile consecutivo e Petkovic conti gli stessi punti (43 in 21 gare) che totalizzò Eriksson nell'anno dello scudetto. Inoltre, il gol di Floccari era regolare, ma Rocchi, con Peruzzo uno dei peggiori arbitri in circolazione, l'ha annullato. D'altra parte, sei giorni prima, lo stesso Floccari aveva segnato all'Atalanta con un colpo di mano e Peruzzo non aveva visto. Il livello tecnico degli arbitri è mediocre e Lotito se ne faccia una ragione. Al Napoli, invece, non è bastato il centesimo gol in A di Cavani (26 reti in 25 partite disputate dall'inizio della stagione fra campionato e coppe): l'euforia per i 2 punti restituiti dalla giustizia sportiva ha giocato un bruttoscherzo ai partenopei contro i quali, nel primo tempo, si è vista una Fiorentina splendida quanto smaniosa di cancellare le ultime tre sconfitte consecutive, con il contorno dell'eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Roma. Già, la Roma: ha fatto vedere le streghe all'Inter nei primi venti minuti; è passata in vantaggio grazie a un rigore inventato da Orsato, degno sodale di Rocchi e Peruzzo. Ma ha subito il pareggio di Palacio e, alla fine, le è andata pure bene. Ennesimo esame di maturità fallito per Zeman; ennesimo disastro per gli uomini di Nicchi che dovrebbe badare a loro anziché sparare facezie sul razzismo ("Se ne parla troppo"). Se poi Nicchi si dimettesse, farebbe un enorme favore al calcio italiano. L'Inter? E' a -9 dalla Juve, ha salutato Sneijder, passato al Galatasaray, ma ora ha bisogno di uno come Sneijder. Complimenti, Branca. In coda, hanno giocato tutte per l'Atalanta: il Bologna è caduto sotto i colpo di Pazzini (8 gol in 11 gare disputate contro i rossoblù); il Siena ha battuto la Samp; il Pescara ha perso in casa con il Toro; il Genoa si è suicidato a Marassi con il Catania e la quarta sconfitta in casa è costata il posto a Delneri, rimpiazzato da Ballardini. Da quando, l'8 novembre 2010, Preziosi ha chiuso il fantastico ciclo Gasperini, il Genoa non ha più avuto pace. Ballardini, Malesani, Marino, Malesani, De Canio, Delneri, Ballardini: 7 tecnici in due anni 2 mesi e 12 giorni. Zamparini ne ha cambiati 17 in 10 anni di Palermo. Poi uno si domanda perchè Genoa e Palermo siano in crisi.

(calciomercato.com)

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