Esperto di Calcio

8 gennaio 2013

L'antisportività fatta uomo: Josè Mourinho


Si sente tanto parlare di stile, di classe, di professionalità nel mondo del calcio. Uno dei primi a ergersi sul piedistallo è sempre Josè Mourinho, grandissimo allenatore e sapiente comunicatore. Una persona ipercritica e sempre pronta a gridare allo scandalo e alle cadute di stile. "Chi è senza peccato scagli la prima pietra" dev'essere un detto che non è giunto allo Special One, o come sempre ne ha fatto orecchie da mercante.
La critica, perchè tale vuole essere questo pezzo, non va per una volta alle sue uscite in conferenza stampa o in panchina. Li ci sono giustificazioni più o meno condivisibili, motivazioni con un ragionamento alla base.
Non presentarsi alla premiazione per il titolo di "miglior allenatore" è invece inaccettabile. Vista dall'esterno sembra la risposta di un uomo che non sa perdere e che ha dimostrato di non saperlo fare. Ma non solo, è una vera e profonda mancanza di rispetto verso colleghi, tifosi e istituzioni. Penso a Vicente Del Bosque, grande allenatore e persona squisita, a cui Mourinho avrebbe dovuto fare un applauso lungo e caloroso, proprio come quello che aveva ricevuto lui. Mourinho sa bene cosa si prova a vincere quel premio e quanta gioia si ha nel cuore vedendo il proprio lavoro apprezzato e riconosciuto. Nessuno, quand'è stato il suo turno, si è tirato indietro per riconoscere la sua bravura, Del Bosque avrebbe meritato lo stesso trattamento da un collega che nel fare il suo lavoro è formidabile.
Non si discute il Mourinho allenatore, le cui doti sono sotto gli occhi di tutto. La critica, ed aspra, va fatta al Josè uomo, ancora incapace di guardare i colleghi con il rispetto che meritano. Se le schermaglie con Wenger, Ranieri, Villanova, Guardiola e chi più ne ha più ne metta fatto parte del gioco, a bocce ferme non ci si può comportare così. E' stato tristissimo vedere inquadrati Guardiola e Del Bosque e, al posto dell'allenatore portoghese, una sua immagine.
Personalmente non sono mai stato un grande fan del suo gioco o dei suoi atteggiamenti, ma fintanto che rientravano nella sfera del campo, del pre o post partita, le cose andavano bene. Se vuoi far parte del mondo dello sport devi saper vincere e perdere, devi essere in grado di sorridere ed applaudire anche quando non sei felice di farlo. Lo ha fatto Ronaldo ieri sera, lo avrebbe dovuto fare Mou. Questo non significa che non si possa esprimere dissenso, ma disertare la premiazioni è da cafoni, ancor più se chi ha vinto al posto tuo ha vinto un Mondiale ed un Europeo nel giro di due anni.
Infine è una mancanza di rispetto verso i tifosi e gli appassionati, che sono il vero motore di questo sport. Senza di loro tutto questo circo mediatico non ci sarebbe e la vita per queste persone non sarebbe tanto bella e agiata. Guadagnare milioni di euro impone di avere certi comportamenti, di essere un esempio. Ci può stare che, a caldo, si dicano cose che non si dovrebbero dire o si faccia qualcosa di sbagliato, parliamo sempre di uomini. Episodi come il dito nell'occhio di Villanova sono deplorevoli e deprecabili, ma rientrano nella concitazione del momento e vanno capiti. Non presentarsi alla più importante cerimonia del mondo calcistico no, è solo segno di immaturità e scarsa sportività. Questo è il vero Mou, un grande tecnico ma un piccolo sportivo. In Italia non sentiremo mai la mancanza di un personaggio così, e anche gli spagnoli son d'accordo con me.

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