Esperto di Calcio

4 dicembre 2012

Sneijder e il "mobbing": la totale assenza di vergogna del calcio



In questi giorni si è spesa troppe volte la parola "mobbing" parlando del contratto di Wesley Sneijder. Per quanto la mia opinione possa contare come quella di una singola persona, sento la necessità di fare alcune considerazioni in merito.
In primo luogo parlare di mobbing per un ragazzo di 28 anni che guadagna 6 milioni di euro a stagione (solo di contratto, sponsor esclusi), mi pare una scelta piuttosto azzardata.
Detto questo, che mi sembrava doveroso verso le migliaia di giovani disoccupati, credo che da ambo le parti siano stati perpetrati errori grossolani. Cercherò di ricostruire la vicenda, in modo da avere un quadro d'insieme dettagliato.
Wesley Sneijder approda a Milano nell'estate del 2009, firmando con la società di Moratti un contratto da 4 milioni netti a stagione, valido fino al giugno 2013.
L'impatto con i colori nerazzurri è fortissimo, Sneijder diventa uno dei leader in campo e fuori. Con Mourinho il rapporto è perfetto, l'olandese si esalta e vive la stagione più bella della sua carriera: 41 presenze, 8 goal e 14 assist. Ma soprattutto il "triplete" e la finale dei Mondiali con la sua Olanda. Wesley lascia il segno in tutte le competizioni, risultando decisivo per la conquista della Champions League e disputando un Mondiale meraviglioso. Con cinque reti, di cui due al Brasile, Sneijder è la vera star della rassegna in Sud Africa e su di lui iniziano le consuete voci di mercato.
L'entourage dell'olandese non se lo fa ripetere due volte e batte cassa. Massimo Moratti acconsente alla richiesta di prolungare il contratto e rivede l'ingaggio: 6 milioni di euro netti l'anno, scadenza giugno 2015. In buona sostanza un aumento netto di 4 milioni di euro (con due ulteriori anni, che gli frutteranno altri 12 milioni) , niente male come aumento di stipendio.
Il fair play finanziario è alle porte, in via Durini fanno due conti: troppo elevate le spese per gli ingaggi. Ecco allora che gli eroi del triplete diventano un problema economico. Eto'o, Julio Cesar, Maicon e Lucio vengono ceduti, o per meglio dire svenduti. Pur di liberarsi di quelle pesanti zavorre a bilancio si vende a basso prezzo o si regala il cartellino. Ma non basta, Cambiasso, Milito e Sneijder sono i prossimi. Il primo con cui si cerca di affrontare la questione è proprio l'olandese, che nel frattempo ha passato più tempo in infermeria che in campo. Il suo talento non si discute, ma meno di 50 presenze con l'Inter negli ultimi tre anni non possono essere un biglietto da visita sufficiente per giustificare i sei milioni netti all'anno.
Raccontata la storia del matrimonio Inter-Sneijder, cerchiamo di capire come si debba uscirne. La situazione è, a mio modo di vedere, piuttosto chiara: c'è un contratto in scadenza giugno 2015, Sneijder ha tutte le ragioni per non volerlo prolungare fino al 2016 senza avere alcuna gratifica economica, tant'è vero che ieri ha rilasciato un comunicato ufficiale: "In questo momento non ho motivo di firmare. Come posso accettare un nuovo contratto a queste condizioni, dato che neanche gioco?".
Il caso Sneijder non è così lapalissiano come potrebbe sembrare, perchè racchiude in sè problematiche ben più profonde.
Uno dei mali del calcio sono i procuratori. Non lo dico per partito preso, ma semplicemente perchè una figura che guadagna una percentuale su ogni trasferimento o rinnovo di contratto può fare più male che bene al mondo del pallone. I procuratori sono uomini e lavoratori, e agiscono come tali cercando il massimo profitto. Quando le cose vanno bene chiedono un adeguamento economico, quando vanno male ricordano a tutti che il contratto è stato siglato di comune accordo. Vero, ma fino ad un certo punto. I giocatori hanno troppo potere, ricattano con eccessiva facilità le società, che pur di non perdere il loro campione acconsentono adeguamenti contrattuali privi di ogni logica.
Proprio su questo punto si deve lavorare, non dovrebbe essere possibile rivedere l'ingaggio di un giocatore il cui contratto scade a distanza di anni. Rispetto ad un lavoratore comune, il calciatore non avrà mai "il posto fisso". E' altrettanto vero che ciò che guadagna in un anno un grande campione è decisamente più di quanto molti lavoratori possono sognarsi, anche unendo i propri stipendi. Il calciatore sa che il suo futuro è legato a filo diretto con le sue prestazioni in campo, in tal maniera dovrebbe ragionare. Basta Ferrari, ville da sogno e "amiche speciali" in discoteca, o meglio liberi di spendere tutti i soldi, ma come tutti devono rispondere delle proprie spese con il rischio di perdere il lavoro da un giorno all'altro. Non so voi, ma io farei a cambio.
Non voglio però dare tutta la colpa ai procuratori e ai giocatori, perchè se è vero che laddove c'è chi ricatta, c'è anche qualcuno che si fa ricattare. Le società devono avere il polso di dire "no", a rischio di dover arrivare allo scontro con il calciatore. Troverei molto più sensato mettere fuori rosa un calciatore che chiede un aumento di stipendio, piuttosto di farlo quando questo si rifiuta di rinnovare o ridimensionare il suo contratto. Mi sembra però non ci sia volontà di cambiare in questo senso, almeno non in tutte le squadre. Fino a quando non cambieremo la mentalità del calcio, casi come Ledesma, Pandev o Sneijder saranno all'ordine del giorno. Vi prego però, non parlate di mobbing.

5 comments:

Vorrei che chiedere a Sneijder se si sentiva mobbizzato quando era a Miami a smaltire l'infortunio... Ritengo che sia un giocatore dal carattere difficile ed "umorale" anche in campo. Anche col Real finì male. Diciamo che in carriera ha giocato alla grande solo la stagione del triplete. Un po' poco per un ingaggio da top player...

troppi errori che si sommano. Ciò che fa rabbia è che ambo le parti non abbiano il buon gusto di "lavare i panni sporchi" in casa.
Da un lato abbiamo l'Inter, che ha commesso un colossale errore post triplete e ora cerca di rimediare in nome di un fair play finanziario sposato solo per necessità. Dall'altra c'è un giocatore che non ha alcuna intenzione di perdere un diritto acquisito, nonostante sia ben lontano dai suoi standard di rendimento.
Sarebbe decoroso che non fosse messa in mezzo la stampa, in modo che la collettività potesse evitare di sentire tutto questo mare di stupidaggini intorno ad una situazione indecorosa.

Bravo Dani, d'accordo al 100%. Ancora una volta però da questa storia emerge l'incapacità di Marco Branca di gestire giocatori e denaro. Con questo polverone il risultato è che Sneijder diventa la vittima, perde di valore e di motivazioni.

Una situazione allucinante. Il bue che da del cornuto all'asino. Le parole via Twitter di Sneijder hanno sancito ieri la rottura totale

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