Esperto di Calcio

28 dicembre 2012

Montella-Fiorentina, un matrimonio da mille e una notte


Se Montella non fosse stato italiano, di certo il suo appeal sarebbe stato più intrigante per i nostri presidenti. Bravi, anzi bravissimi, i Della Valle a portare a Firenze quello che è a mio avviso, insieme a Conte, il miglior allenatore italiano. Nella sua pur breve carriera di allenatore, Montella ha chiaramente dimostrato di essere preparato e saper far giocare bene la squadra. A Roma, Catania e ora a Firenze, le sue compagini hanno sempre giocato un calcio offensivo ma equilibrato, bello e concreto, a testimonianza che giocare ad alti livelli serve per diventare presto un grande tecnico.
L'ex bomber campano ha portato in Italia una ventata d'aria fresca, nuove idee, nuove soluzioni tattiche. Ne avevamo tremendamente bisogno, specialmente in un periodo di recessione finanziaria in cui i grandi giocatori si devono coltivare in casa. Montella appartiene insieme a Conte, Deschamps e Guardiola, a quella generazione di grandi giocatori degli anni '90 che hanno vissuto e vivono per il calcio. In campo o in panchina non importa, il diktat è vincere giocando bene. Lo hanno dimostrato quando erano calciatori, lo stanno confermando ora da allenatori. Le squadre messe in campo giocano un calcio gradevole e a tratti spettacolare, senza rinunciare mai ad offendere. Non parliamo di un offensivismo esasperato, ma di un calcio frizzante ed equilibrato, fatto di possesso palla, velocità, padronanza tecnica e solidità difensiva. Spesso i detrattori di Guardiola hanno detto che il catalano "vince grazie ai suoi giocatori", bene la nuova leva di tecnici sta secondo me dimostrando che idee, preparazione fisica e mentale sono alla base del successo.
Nessuno ha mai fatto notare che le squadre dei quattro allenatori sopra citati sono soggette a pochissimi infortuni. Un caso? Assolutamente no. Avvalersi di nuove tecniche di preparazione fisica, studiare l'alimentazione e controllare ogni aspetto della vita di un atleta è fondamentale nello sport moderno. Allenatori che si avvalgono di preparatori atletici cinquantenni sono ormai superati, e i muscoli dei calciatori ne risentono. Il calcio è cambiato e con esso il modo di prepararsi ad affrontare una delle cinquanta-sessanta partite a settimane. Loro lo sanno e ne raccolgono i frutti.
Personalmente stravedevo per il Montella giocatore, per la sua rapacità in area di rigore ed il suo modo di esultare dopo un goal. Era freddo e spietato, ma sempre sorridente. Non è cambiato, anche ora che sta in panchina. E' rimasto lo stesso ragazzo umile e disponibile, sorridente durante le conferenze stampa e concentrato quando lavora. Sono questi i suoi segreti: concentrazione e calma. E' il suo stile, un pò l'anti Conte che è invece focoso e carico come una molla. Due scuole di pensiero, ma stesso risultato: il bel gioco.
Continuando su questa strada, Montella è destinato a riportare grossi successi come allenatori e non mi stupirei se, facendo tre-quattro innesti di livello, la Fiorentina potesse lottare per lo Scudetto.

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