Esperto di Calcio

18 novembre 2012

Sampdoria-Genoa: di corsa fuori dall'incubo


Il derby non è mai una partita come le altre. Figuriamoci a Genova, dove il calcio è vissuto con una passione fuori dal comune. Le due tifoserie si preparano per settimane al grande evento sportivo, dando vita a coreografie spettacolari. Genova è spaccata in due, da un lato i rossoblu che ricordano ai cugini i loro titoli: 9 scudetti e 1 coppa italia; dall'altro i doriani che vantano l'unica coppa europea della città, la Coppa Coppe del 1990. Con un solo scudetto, quattro coppe Italia e una finale di Champions League in bacheca sembrerebbe non esserci storia. Ma il "Grifone" ha vinto l'ultimo titolo italiano nel 1924 e la sua più recente affermazione in coppa risale al 1936, altri tempi. Anche su questo si fonda una storica rivalità del calcio italiano.
Il marinaio blucerchiato contro il Grifone rossoblu in una partita che di banale non ha mai nulla. Vissuto con un'intensità fuori dal normale, il derby di Genova è spesso una partita molto accesa. Animosità e cartellini non sono mai mancati, a maggior ragione domenica sera. Le due squadre arrivano in una condizione difficilissima.  Partite con ben altri propositi, Genoa e Samp si trovano ora a lottare contro una drammatica retrocessione. Cerchiamo di capire come si sono preparate le due compagini alla partitissima dello stadio Ferraris.

Qui Genoa: i rossoblu sono in piena zona retrocessione. Del Neri non solo non ha dato la scossa, ma ancor peggio non ha raccolto nemmeno un punto in 4 uscite sulla panchina del Grifone. Timidi segnali di risveglio contro il Napoli, che si è però imposto 2a4 proprio a Genova. Troppo poco per una squadra che ha cambiato troppo in questi anni. Tecnici, moduli di gioco e giocatori si sono succeduti senza un'apparente logica. Gasperini aveva costruito una bella squadra, che correva e lottava su ogni palla. Difesa a tre, centrocampo folto e tridente offensivo erano i suoi dogmi tattici. Poi ecco Malesani e De Canio, che le hanno provate un pò tutte. Difesa a quattro, rombo di centrocampo, fantasista e punta unica. Quindi Gigi Del Neri, intransigente fautore del 4-4-2. I rossoblu non hanno un organico da B, ma devono incominciare a far punti o si troveranno nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Per l'occasione potrebbe rientrare l'unico vero trascinatore di questa squadra: Marco Borriello. Potrebbe essere lui l'uomo della provvidenza e sulle gradinate nord del Ferraris lo sperano davvero.
Cuore, grinta e tanto impegno devono essere le armi del Grifone, il gioco arriverà ma ora servono i punti e quale occasione migliore del derby.

Qui Samp: a fare il punto sui doriani è Federico Ferrarese Lupi. Tifoso sfegatato e profondo conoscitore del nostro calcio e della realtà genovese, dice la sua dalle "colonne" di Espertodicalcio.
"Se Sparta piange, Atene senza dubbio non ride. Di questi tempi sulle due rive del Bisagno prevale un sentimento comune: l’incertezza. In termini di qualità tecnica quello che ci accingiamo a vedere è forse uno dei peggiori derby della lanterna degli ultimi 10 anni. Non pensavo di poter provare nuovamente le antiche sensazioni derby dei primi anni 2000, nei quali abbiamo ammirato le doti tecniche dei vari Zivkovic, Manighetti, Giacchetta e Malagò. Fortunatamente però in tutte le stracittadine sono soprattutto altri I fattori in gioco, come la determinazione, la voglia di non tirare mai indietro la gamba, il desiderio di vivere quattro mesi senza sfottò. Senza dubbio le tante, tantissime, troppe decisioni arbitrali sbagliate hanno contribuito in maniera determinante alla striscia negativa record. Potremmo parlare per ore del rigore dentro o fuori dell’area contro il Napoli, del gol viziato da fuorigioco contro l’Inter, della disomogeneità di giudizio nella gara di Parma. Ma questo discorso può essere fatto per una, due, forse tre partite, essendo buoni anche quattro. Se però le sconfitte diventano sette, allora quest’alibi cade miseramente. La vertià è che questa samp non è adatta a nessun modulo tattico. La penuria di attaccanti esterni degni di nota non la rende adatta al 4-3-3, il credo di mister Ferrara. La presenza in rosa di soli centrocampisti centrali (Poli, Maresca, Obiang, Kristicic, Soriano, Renan, Munari, Palombo) non rende adatta la squadra al 4-4-2. Si potrebbe pensare a una difesa a tre, la moda del momento…ma di questi tempi trovare tre centrali affidabili nella Samp è materia di studio archeologico. Almeno dieci anni fa potevamo contare sulla tecnica e la voglia di Flachi. Purtroppo domenica Francesco potrà vivere il derby solo dalla Sud, assieme agli ottanta tifosi presenti a Palermo, l’unica cosa buona che ci rimane della Samp".

La certezza è una sola, il pari non serve a nessuno. Sampdoria-Genoa, a voi la palla, fateci divertire.

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