Esperto di Calcio

10 novembre 2012

Petkovic vs Zeman, due differenti filosofie d'attacco


Lazio-Roma è anche Petkovic contro Zeman. I due allenatori hanno dato alle compagini capitoline un'anima frizzante, specchio del loro modo di vedere il calcio. Entrambi, infatti, amano il gioco d'attacco, propositivo e spettacolare. Petkovic e Zeman hanno però un modo ben diverso di interpretare il calcio offensivo e le loro squadre sono specchio di una filosofia calcistica ben precisa. Conosciamoli meglio.

Vladimir Petković (Sarajevo, 15 agosto 1963) è un personaggio tutto da scoprire. Ex centrocampista del Sarajevo, vive la sua vita di calciatore ed allenatore fra Bosnia e Svizzera. Soprannominato "Il Dottore" ha tre diversi passaporti (bosniaco, croato e svizzero) e parla correntemente otto lingue.
Allenatore duttile ed intelligente, predilige il gioco propositivo. I suoi moduli di gioco preferito sono, storicamente, il 3-4-3 o il 4-3-3, ma è talmente meticoloso da provare nuovi esperimenti tattici per esaltare le caratteristiche dei suoi uomini. Forsennato estimatore dei giocatori di qualità, ha sempre dichiarato che "più ce ne sono e più è facile fare calcio e soprattutto vincere". In un calcio esasperatamente tattico come la Serie A ha rappresentato una ventata d'aria fresca. Lavoratore scrupoloso, ama curare ogni minimo dettaglio. Durante la settimana prepara la partita in ogni singolo dettaglio, analizzando con i suoi giocatori video e statistiche degli avversari. E' sfrontato e coraggioso, ma mai superbo. Non adatta il suo modo di giocare agli avversari e non ama coprirsi o fare catenaccio. I suoi giocatori devono giocare la partita a viso aperto, senza paura. Arrivato in Italia fra mille dubbi e perplessità, si sta imponendo come un personaggio di indubbio interesse. Colto e garbato sta conquistando la critica ed i tifosi con la sua Lazio, che gioca un calcio davvero gradevole e divertente.


Zdeněk Zeman (Praga, 12 maggio 1947) è una storica conoscenza del calcio italiano. Salvo qualche piccola parentesi in Turchia e in Serbia, ha trascorso l'intera carriera in Italia. Conosciuto dai tempi del Foggia come "Il Boemo" è stato più recentemente soprannominato "Il Maestro" per la sua abilità nel lavorare con i giovani.
Allenatore severo ed integralista, basa il suo gioco su un dogmatico 4-3-3 e sulla corsa dei suoi ragazzi. Pochi al mondo sottopongono la squadra ad allenamenti duri come i suoi, tanto da esser passato alla storia per le sue celebri corse nei boschi o i salti sui gradoni dello stadio.
Il calcio per lui è fatto di attacco, attacco e ancora attacco. Ogni giocatore, portiere compreso, deve far parte della manovra offensiva della squadra. I terzini devono sovrapporsi, i centrocampisti inserirsi e le punte fare un costante movimento, per non dare alcun punto di riferimento agli avversari. Quanto trova un gruppo di giocatori che lo segue è letale, facendo le fortune dei suoi attaccanti. Con le sue cure sono esplosi bomber del calibro di Beppe Signori, Marco Del Vecchio, Francesco Totti, Ernesto Javier Chevanton, Alen Boksic e Pierluigi Casiraghi. Palla bassa e verticalizzazioni sono alla base del gioco delle sue squadre, che hanno come unico limite quello di essere troppo fragili in difesa. Con Zeman in panchina non ci si annoia mai. Celebri sono i rocamboleschi 4-3 o 5-4 in suo favore o suo sfavore, come Roma-Inter del 1998/99.
Sfrontato e senza peli sulla lingua ha conquistato la stampa con le sue dichiarazioni esplosive. Il Boemo ne ha per tutti, dalla Juventus alla lega passando per Josè Mourinho, definito "tecnico mediocre" per la scarsa spettacolarità delle sue squadre.

Come si può facilmente intuire lo spettacolo non mancherà all'Olimpico. Speriamo in una partita ricca di goal ed emozioni, avara di polemiche e situazioni ambigue. Che lo spettacolo del derby romano abbia inizio.

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